Il Nostro Abe intervistato da Cincinnati.com (link) al riguardo della creazione della musica, di come le cose si sono evolute durante questi 25 anni di carriera dei Deftones. E si prospetta un nuovo album per il 2014. Breve intervista ma interessante.
La tua band afferma l’intenzione di fare musica che non rientra in uno specifico genere. Ma quando guardi questo tour, sembra un tour metal. Dovete fare una scaletta inerente ad una categoria per avere successo?
Immagino che alcune persone pensano che lo facciamo. Io no. Mi piace una lista variegata. Mi piace guardare band che suonano. Mi piace andare ai concerti. Mi piace un po’ di varietà. Penso anche che le persone di questi tempi siano aperte a qualcosa di diverso.
È sicuramente un concerto rock, ma è una buona, forte lista di canzoni. Hai solo da unire le cose che pensi vadano bene insieme.
Vi prefiggete di miscelare generi differenti, o è qualcosa che avviene in modo naturale?
Avviene naturalmente. Abbiamo creato la band nel 1988. Eravamo ragazzi in un garage, come la storia che probabilmente hai sentito 1000 volte, facevamo casino e cercavamo di capire come scrivere una melodia. Non ne avevamo idea, ma tenavamo molte porte aperte.
Amavamo tutti questi suoni differenti. Non c’erano parametri. Eravamo capaci di fare qualsiasi cosa volevamo. Non abbiamo avuto bisogno di inserirci dentro a nessun genere. Ovviamente eravamo una band basata sul metal, e questo è tutto.
Siamo solamente amanti della musica. Proviamo ad applicare diversi suoni e differenti strati e vediamo con cosa riusciamo a fare.
Rilasciate un album ogni due o tre anni. L’ultimo è stato rilasciato un anno fa. È giusto pensare che non ce ne sarà un altro per almeno uno o due anni?
Tornando indietro nel tempo, siamo sempre stati una band da tour, e lo siamo tuttora. Non ci fermavamo mai, ed era generalmente un ciclo di due anni di scrittura-registrazione-tour. Probabilmente questo è perchè oggi siamo ancora qui, siamo stati in grado di iniziare a rimbalzare per tutto il globo. Le cose sono differenti in questi ultimi tempi. Tutti ora vanno in tour perchè vogliono vendere i dischi.
Siamo diventati intelligenti al riguardo dei nostri ultimi cicli di tour. E ci piace prenderci delle pause. Abbiamo famiglie e cose a casa di cui abbiamo bisogno. Serve il bilanciamento. L’anno prossimo passeremo del tempo assieme per cercare di tirare fuori qualche suono nuovo.
Ho letto una citazione su di voi al riguardo di come vi siete immersi in un lavoro da otto ore al giorno per fare l’ultimo disco. Avete detto che è un modo efficiente di lavorare. È anche il miglior modo di lavorare per un punto di vista artistico?
Certo, con otto ore al giorno, è il tempo di essere creativi. Nella creazione degli album precedenti cominciavamo ad essere veramente ridicoli, spendavamo moltissimi soldi, ed era solo tempo buttato, era parte del nostro crescere.
Ora sappiamo che abbiamo il tempo riservato per la scrittura, cerchiamo di farlo nel miglior modo possibile. Quando possiamo mettere le nostre teste insieme, riusciamo a tirare fuori qualcosa in metà del tempo che ci mettavamo prima, senza forzare nulla.
Avete avuto un successo nelle classifiche con ogni album. Dovete bilanciare tra il fare la musica che volete e la pressione di fare un album che sia affine con i precedenti successi?
Abbiamo avuto qualche successo. Mai mega, mega successo. Il fatto che siamo ancora qui oggi, è un successo.
C’è stato un momento, specialmente dopo il nostro terzo disco, White Pony, quando tutte le cose, radio, MTV, hanno cominciato a suonare i nostri pezzi. Accaduto questo, si sente il bisogno di vuoler ripetere il successo. Quindi abbiamo provato questa pressione un po’ in passato. Ma negli anni, abbiamo sempre fatto le nostre cose, in meglio e in peggio.
C’è sempre un po’ di pressione, ma puoi girarci attorno e trasformarla in una cosa positiva.
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