Rolling Stone Sudafrica (link) ha intervistato il nostro batterista durante le due date dei Deftones nel continente africano. Una lunga intervista con molte domande, un po' differenti dalle solite che di solito vengono fatte. In più Abe chiarisce perchè Chi dovette assentarsi nel 1999, quando chiamarono Sergio per sostituirlo in alcune date, e spiega la forte amicizia che c'è sempre stata tra Sergio e i Deftones. Intervista pubblicata online da iafrica (link) il 12 Agosto 2013.
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Fate musica da più di due decadi ormai, è più difficile la creazione di nuovi album?
No, abbiamo una sorta di rilassamento quando ci approcciamo per farlo. Non ci pensiamo molto, e questo suonerà pigro, ma ci chiudiamo un una stanza e improvvisiamo e quello che esce in quel momento è quello che farà l'album. È una sorta di tranquillità… in stile California. Alcune band tracciano ogni secondo dell'album, sai? Non non lo facciamo… nel bene e nel male. C'è molto divertimento quei giorni, cerchiamo di tenerlo leggero e sciolto e di avere un'esplosione. Non è sempre facile, ma cerchiamo di tenerlo leggero.
Qual è la motivazione che vi fa andare in studio?
Non lo so… è una bella domanda! Mi piace il prodotto finito, e non mi piace la parola "prodotto" (ride), ma il completamento del disco, capisci? È una cosa per tornare indietro… e ci avviciniamo molto; abbiamo passato molto tempo assieme, come hai detto, siamo una band da 25 anni ora. Mi piace stare con i miei amici e fare musica. Suona molto semplice, ma è una cosa del genere. È una magnifica vita con alti e bassi… per essere in grado di godertela… più adesso che all'inizio, o alla stessa maniera… forse di più adesso, è una cosa bellissima.
È più difficile adesso di… per esempio 10 anni fa? O ora è più semplice?
È una bella domanda! Dieci anni fa? Era più difficile! Ma per le cose che… sai… ci facevamo… (ride) su di noi e tra di noi. Penso che crescere con quella roba ovviamente… più tempo sulla terra si spera che ti permetta di apprezzare di più le cose e allo stesso tempo realizzi che lo spettacolo deve andare avanti. Eravamo soliti essere molto, molto, molto, molto, molto pazzi… non voglio cambiarlo con niente, sai? Eravamo soliti sballarci, ci andavamo pesanti e avevamo dei bei momenti… penso che non puoi farlo ogni notte e ci aspettava ancora… sai… il concerto… siamo una band per il tour e abbiamo bisogno di essere vicini ad un certo punto della serata. E non voglio sembrare puritano (ride)… perchè abbiamo avuto un'esplosione, non fraintendermi. Penso ci sia più apprezzamento per il nostro corpo, e per la nostra salute in questi tempi. Per andare avanti bisogna essere un po' sani, giusto?
Nel vostro ultimo album, Koi no Yokan, è come se si siano affrontati alcuni problemi personali. Cosa stavate attraversando durante la scrittura dell'album?
Questo è il nostro dono. Alla fine… siamo in cinque, insieme, in una piccola stanza… solo per fare musica, sai? Penso che nel corso degli anni abbiamo imparato ad avere pazienza tra di noi. Quello che rende questo album interessante è… mentre stavamo scrivendo le canzoni, avevamo tutti i pezzi sconnessi. Quando ascolti l'album nel complesso, si connettono. Ci sono tutti questi piccoli pezzi che connettono tutto l'album… piccoli colloqui e cose strane, paesaggi sonori di musica e qualt'altro. Per tenere tutto insieme, è una bella cosa.
Prima di fare la prossima domanda, vorrei fare le nostre condoglianze alla recente scomparsa di Chi [Cheng]; non possiamo immaginare quanto questo possa essere stato difficile per voi. Avete reclutato di nuovo Vega al basso. Che dinamica ha portato alla nuova formazione Deftones?
È un musicista fenomenale. Noi siamo dei grandi fan della sua prima band, Quicksand, da dove arriva… grande band… molto influente per noi. E anni fa, abbiamo fatto un tour insieme e abbiamo conosciuto Sergio e gli altri della band molto bene. In più, 10 anni fa Chi ha dovuto sottoporsi ad un intervento al piede e ha avuto qualche strana infezione… ha dovuto lasciare il tour per non morire, veramente… per questa strana infezione. Quindi abbiamo chiamato Sergio ed è arrivato in un attimo ed è stato capace di suonare le canzoni e abbiamo finito il tour. È un'amicizia che dura da molti, molti anni.
Con l'incidente di Chi… eravamo nel bel mezzo della registrazione in quel periodo… dell'album Eros che non abbiamo rilasciato da allora. Ci ha veramente presi alla sprovvista, il suo incidente. Il nostro mondo si è capovolto, ci siamo presi qualche mese di fermo per capire cosa volevamo fare. Abbiamo capito che ci serviva fare musica, e questo è quello che abbiamo fatto.
E Chi… ha combattuto per gli ultimi cinque anni. Avevamo un concerto prenotato… avevamo un impegno e abbiamo pensato che il modo migliore era tornare ai nostri passi così abbiamo chiamato di nuovo Sergio e lui è tornato a suonare il concerto con noi.
Per farla breve, lui è un nostro caro amico, e una persona molto buona, un musicista fenomenale e ci ha aiutato molto nel tornare in pista.
Ci sono molte speculazioni sull'uscita di Eros. Qualche aggiornamento?
Si, si parla molto di quell'album. Le persone hanno molte opinioni al riguardo. L'onesta verità è che l'album non è finito. Le persone immaginano che è pronto. Non lo era… era vicino ad essere finito. E, naturalmente, è caro per noi e sarà molto caro alle persone che amano Chi.
L'album non è stato finito, c'è del lavoro da fare. Non è così semplice. E allo stesso momento… in quel periodo, abbiamo fatto una specie di… passare avanti.
Avete suonato qualche canzone dal vivo di Eros?
Lo abbiamo fatto, qualche volta. Nel mezzo della regisrazione, ci siamo presi una pausa e abbiamo fatto qualche concerto. Ne abbiamo suonate una o due, forse due di quelle canzoni dal vivo. È stato cinque anni fa… non saprei.
Ci puoi dare un piccolo assaggio delle vostre set-list previste per Oppikoppi e One Night in Cape Town?
È una benedizione avere sette album… vecchi demo e altre cose… c'è molto da cui attingere. Cercheremo di farle a 360 gradi. Uno show è al chiuso e un altro è all'aperto, giusto?
Si, One Night In Cape Town è al chiuso e Oppikoppi all'aperto.
Yeah, uno è un set da festival. Abbiamo imparato molto tempo fa che non si riesce a far contenti tutti. Te ci provi, certamente. Cercheremo di farlo molto buono, un set a 360 gradi. E gli ultimi anni, ci sono stati un paio di dischi che sono stati come trascurati. Da Saturday Night Wrist vogliamo suonare un paio di canzoni. Il self-titled… vogliamo rimettere anche alcune di quelle canzoni in rotazone. È difficile soddisfare tutti quanti. Cerchiamo di tenerle in movimento, per esempio, "suonare le canzoni fuori sequenza". Diventa noioso. Non vuoi essere una di quelle band in cui le persone dicono "Hey, di nuovo la stessa set-list?" Devi cercare di tenerla fresca.
Quindi possiamo aspettarci una set-list personalizzata per il Sudafrica?
Oh, yeah, certamente. Personalizzata con amore (ride)
Rilasciando album in tutti questi anni, che cosa diresti, dove sono gli anni d'oro della vendita di album per i Deftones? Vendite di copie fisiche o vendite dal download in internet?
È una bella domanda, veramente. Ovviamente, tutto quello che vogliamo per le persone è ascoltare la nostra musica, certamente, sai? Veniamo dai tempi in cui la vendita degli album ovviamente valeva qualcosa. Io ho detto questo in un'altra intervista… Vorrei che le persone… e questa è una generalizzazione suppongo, non verso chiunque… Vorrei solo che molte più persone giovani diano più di un valore alla musica. Molti la vivono come una cosa usa e getta quando puoi prendere tutto e in pochi secondi l'hai scaricato. Abbiamo intenzione di cambiare la situazione? No! È la cultura di questi tempi. Spesso, quando si ottengono tutte queste cose gratis, non le si apprezza più.
Grazie per il tuo tempo Abe, siamo molto entusiasti di vedervi dal vivo in Sudafrica.
Anche noi siamo entusiasti di venire in un continente in cui non siamo mai stati. Avevamo voluto sempre venire. Siamo eletrizzati e non vediamo l'ora… e ora abbiamo un po' di tempo per starci. Quindi, ci facciamo una birra?
Certo!
Rolling Stone Sudafrica (link) ha intervistato il nostro batterista durante le due date dei Deftones nel continente africano. Una lunga intervista con molte domande, un po’ differenti dalle solite che di solito vengono fatte. In più Abe chiarisce perchè Chi dovette assentarsi nel 1999, quando chiamarono Sergio per sostituirlo in alcune date, e spiega la forte amicizia che c’è sempre stata tra Sergio e i Deftones. Intervista pubblicata online da iafrica (link) il 12 Agosto 2013.
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Fate musica da più di due decadi ormai, è più difficile la creazione di nuovi album?
No, abbiamo una sorta di rilassamento quando ci approcciamo per farlo. Non ci pensiamo molto, e questo suonerà pigro, ma ci chiudiamo un una stanza e improvvisiamo e quello che esce in quel momento è quello che farà l’album. È una sorta di tranquillità… in stile California. Alcune band tracciano ogni secondo dell’album, sai? Non non lo facciamo… nel bene e nel male. C’è molto divertimento quei giorni, cerchiamo di tenerlo leggero e sciolto e di avere un’esplosione. Non è sempre facile, ma cerchiamo di tenerlo leggero.
Qual è la motivazione che vi fa andare in studio?
Non lo so… è una bella domanda! Mi piace il prodotto finito, e non mi piace la parola “prodotto” (ride), ma il completamento del disco, capisci? È una cosa per tornare indietro… e ci avviciniamo molto; abbiamo passato molto tempo assieme, come hai detto, siamo una band da 25 anni ora. Mi piace stare con i miei amici e fare musica. Suona molto semplice, ma è una cosa del genere. È una magnifica vita con alti e bassi… per essere in grado di godertela… più adesso che all’inizio, o alla stessa maniera… forse di più adesso, è una cosa bellissima.
È più difficile adesso di… per esempio 10 anni fa? O ora è più semplice?
È una bella domanda! Dieci anni fa? Era più difficile! Ma per le cose che… sai… ci facevamo… (ride) su di noi e tra di noi. Penso che crescere con quella roba ovviamente… più tempo sulla terra si spera che ti permetta di apprezzare di più le cose e allo stesso tempo realizzi che lo spettacolo deve andare avanti. Eravamo soliti essere molto, molto, molto, molto, molto pazzi… non voglio cambiarlo con niente, sai? Eravamo soliti sballarci, ci andavamo pesanti e avevamo dei bei momenti… penso che non puoi farlo ogni notte e ci aspettava ancora… sai… il concerto… siamo una band per il tour e abbiamo bisogno di essere vicini ad un certo punto della serata. E non voglio sembrare puritano (ride)… perchè abbiamo avuto un’esplosione, non fraintendermi. Penso ci sia più apprezzamento per il nostro corpo, e per la nostra salute in questi tempi. Per andare avanti bisogna essere un po’ sani, giusto?
Nel vostro ultimo album, Koi no Yokan, è come se si siano affrontati alcuni problemi personali. Cosa stavate attraversando durante la scrittura dell’album?
Questo è il nostro dono. Alla fine… siamo in cinque, insieme, in una piccola stanza… solo per fare musica, sai? Penso che nel corso degli anni abbiamo imparato ad avere pazienza tra di noi. Quello che rende questo album interessante è… mentre stavamo scrivendo le canzoni, avevamo tutti i pezzi sconnessi. Quando ascolti l’album nel complesso, si connettono. Ci sono tutti questi piccoli pezzi che connettono tutto l’album… piccoli colloqui e cose strane, paesaggi sonori di musica e qualt’altro. Per tenere tutto insieme, è una bella cosa.
Prima di fare la prossima domanda, vorrei fare le nostre condoglianze alla recente scomparsa di Chi [Cheng]; non possiamo immaginare quanto questo possa essere stato difficile per voi. Avete reclutato di nuovo Vega al basso. Che dinamica ha portato alla nuova formazione Deftones?
È un musicista fenomenale. Noi siamo dei grandi fan della sua prima band, Quicksand, da dove arriva… grande band… molto influente per noi. E anni fa, abbiamo fatto un tour insieme e abbiamo conosciuto Sergio e gli altri della band molto bene. In più, 10 anni fa Chi ha dovuto sottoporsi ad un intervento al piede e ha avuto qualche strana infezione… ha dovuto lasciare il tour per non morire, veramente… per questa strana infezione. Quindi abbiamo chiamato Sergio ed è arrivato in un attimo ed è stato capace di suonare le canzoni e abbiamo finito il tour. È un’amicizia che dura da molti, molti anni.
Con l’incidente di Chi… eravamo nel bel mezzo della registrazione in quel periodo… dell’album Eros che non abbiamo rilasciato da allora. Ci ha veramente presi alla sprovvista, il suo incidente. Il nostro mondo si è capovolto, ci siamo presi qualche mese di fermo per capire cosa volevamo fare. Abbiamo capito che ci serviva fare musica, e questo è quello che abbiamo fatto.
E Chi… ha combattuto per gli ultimi cinque anni. Avevamo un concerto prenotato… avevamo un impegno e abbiamo pensato che il modo migliore era tornare ai nostri passi così abbiamo chiamato di nuovo Sergio e lui è tornato a suonare il concerto con noi.
Per farla breve, lui è un nostro caro amico, e una persona molto buona, un musicista fenomenale e ci ha aiutato molto nel tornare in pista.
Ci sono molte speculazioni sull’uscita di Eros. Qualche aggiornamento?
Si, si parla molto di quell’album. Le persone hanno molte opinioni al riguardo. L’onesta verità è che l’album non è finito. Le persone immaginano che è pronto. Non lo era… era vicino ad essere finito. E, naturalmente, è caro per noi e sarà molto caro alle persone che amano Chi.
L’album non è stato finito, c’è del lavoro da fare. Non è così semplice. E allo stesso momento… in quel periodo, abbiamo fatto una specie di… passare avanti.
Avete suonato qualche canzone dal vivo di Eros?
Lo abbiamo fatto, qualche volta. Nel mezzo della regisrazione, ci siamo presi una pausa e abbiamo fatto qualche concerto. Ne abbiamo suonate una o due, forse due di quelle canzoni dal vivo. È stato cinque anni fa… non saprei.
Ci puoi dare un piccolo assaggio delle vostre set-list previste per Oppikoppi e One Night in Cape Town?
È una benedizione avere sette album… vecchi demo e altre cose… c’è molto da cui attingere. Cercheremo di farle a 360 gradi. Uno show è al chiuso e un altro è all’aperto, giusto?
Si, One Night In Cape Town è al chiuso e Oppikoppi all’aperto.
Yeah, uno è un set da festival. Abbiamo imparato molto tempo fa che non si riesce a far contenti tutti. Te ci provi, certamente. Cercheremo di farlo molto buono, un set a 360 gradi. E gli ultimi anni, ci sono stati un paio di dischi che sono stati come trascurati. Da Saturday Night Wrist vogliamo suonare un paio di canzoni. Il self-titled… vogliamo rimettere anche alcune di quelle canzoni in rotazone. È difficile soddisfare tutti quanti. Cerchiamo di tenerle in movimento, per esempio, “suonare le canzoni fuori sequenza”. Diventa noioso. Non vuoi essere una di quelle band in cui le persone dicono “Hey, di nuovo la stessa set-list?” Devi cercare di tenerla fresca.
Quindi possiamo aspettarci una set-list personalizzata per il Sudafrica?
Oh, yeah, certamente. Personalizzata con amore (ride)
Rilasciando album in tutti questi anni, che cosa diresti, dove sono gli anni d’oro della vendita di album per i Deftones? Vendite di copie fisiche o vendite dal download in internet?
È una bella domanda, veramente. Ovviamente, tutto quello che vogliamo per le persone è ascoltare la nostra musica, certamente, sai? Veniamo dai tempi in cui la vendita degli album ovviamente valeva qualcosa. Io ho detto questo in un’altra intervista… Vorrei che le persone… e questa è una generalizzazione suppongo, non verso chiunque… Vorrei solo che molte più persone giovani diano più di un valore alla musica. Molti la vivono come una cosa usa e getta quando puoi prendere tutto e in pochi secondi l’hai scaricato. Abbiamo intenzione di cambiare la situazione? No! È la cultura di questi tempi. Spesso, quando si ottengono tutte queste cose gratis, non le si apprezza più.
Grazie per il tuo tempo Abe, siamo molto entusiasti di vedervi dal vivo in Sudafrica.
Anche noi siamo entusiasti di venire in un continente in cui non siamo mai stati. Avevamo voluto sempre venire. Siamo eletrizzati e non vediamo l’ora… e ora abbiamo un po’ di tempo per starci. Quindi, ci facciamo una birra?
Certo!
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