Ieri “Splintr: The Independent Music Channel” (link) ha pubblicato una nuova intervista fatta per via telefonica al nostro Chino, e oltre alle solite domande sul significato di Koi No Yokan, sul fatto di fare un disco in poco tempo, eccetera, si è parlato di alcune cose interessanti, ecco alcuni spezzoni dell’intervista.
Speravamo che non succedesse, ma è accaduto, e c’è un po’ di sollievo sapendo che ora non soffre più. Ma la realtà è che non lo rivedremo più, non suoneremo più e non parleremo più con lui. È difficile, è la realtà, e molte persone convivono con questo, non importa quello che fai nella vita. Noi siamo persone molto riservate per cui non ne parliamo molto in pubblico.
Onestamente, ora penso sia più probabile che esca. Prima non ci pensavo. Forse uscirà, forse no. Recentemente l’ho riascoltato ed è molto difficile da sentire perchè è l’ultima volta che Chi ha suonato ed è una cosa molto emotiva, ma ci sono delle cose molto belle in quel disco. Solo 6 canzoni sono finite, ma non posso dire una data perchè stiamo pensando molto in avanti nel tempo e probabilmente faremo un altro disco prima che accada. Onestamente mi sento positivo sul fatto che un giorno verrà alla luce rispetto a come credevo prima.
Quando facciamo un album, è come se avessimo dei demoni dentro di noi e sentiamo il bisogno di espellerli. Molti dischi pesanti, per me, arrivano dallo stesso posto, un posto di rabbia e frustrazione. La musica è una cosa molto grande e parla di grandi cose e il pensiero di fare un album invece arriva da un posto positivo, come se fosse una terapia o qualcosa del genere.
È più del descrivere di essere in un posto molto sicuro, custodito e amato. Non è previsto che sia inquietante. È un altro modo per descrivere di essere conservato in un posto speciale. Mi piace giocare con i contrasti. Ho sempre trovato la bellezza in cose che non erano tipicamente belle. Questa è una cosa che cerco sempre di fare quando faccio musica.
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