Bass Guitar Magazine (link) ha condiviso una vecchia intervista fatta al nostro Chi Cheng nel lontano 2003, poco dopo l’uscita del loro album Self-Titled. L’intervistatore, Joel McIver, ha voluto riproporcela, ecco qui la traduzione.
Chi Cheng era un poderoso bassista per gli standard di tutti. Quando l’avevo intervistato per BGM nel 2003, ero rimasto impressionato per la sua enorme performance nel recente album Self-Titled dei Deftones per ovvie ragioni, ma mi sono anche riscaldato col suo facile amichevole carattere. Dietro la personalità rilassata, c’era un nomo che sapeva quello che voleva: quando ha spegato la sua filosofia del basso, era ovvio che aveva combattuto per farsi accettare le sue parti dalla band. Quando è arrivata la news della sua entrata in coma nel 2008 dopo un incidente stradale, è stato un giorno triste per la comunità metal, ed è stato ancora più tragico quando il 14 Aprile di quest’anno è morto. Qui abbiamo riproposto parte dell’intervista che ha fatto con noi una decade fa. RIP.
Joel McIver
Il vostro nuovo album ha una grande produzione. Come hai fatto per manterere il basso in primo piano?
Attualmente è dura, perchè Stephen (Carpenter, chitarrista dei Deftones) è un muro di suono, quindi trovare un tono che casca tra lui e i colpi della batteria, in qualche momento è alquanto faticoso. Effettivamente Terry Date, il nostro produttore, sta rivoltando il basso sempre di più. Sai, mi sono appena caricato di alcol e inciampo andando su e giù dalle scale…
Come fa la scrittura delle canzoni ad essere condivisa tra voi cinque?
È molto organica. Ognuno ha delgi input su tutto quello che vuole, ma facciamo le cose quando siamo al meglio di noi. Per la linea di basso, mi piace avere un CD con le parti di chitarra, metterlo nell’auto a noleggio e fare un lungo viaggio. Quando le sento nella mia testa, è l’unico modo in cui posso farlo. Quindi mi precipito allo studio e riesco a scriverle molto velocemente. Ha senso. Stavo parlando con Terry Date al riguardo e mi ha detto che Rob Zombie fa la stessa cosa. Girovaga ascoltando il CD, e la sua concentrazione principale sta nel guidare. Perchè, sai, non vuoi distruggere qualcosa, secondariamente ti concentri sulla musica. Quando la acquisisci in maniera subconscia, e la processi e cominci a sentirci qualcosa insieme, non lo stai forzando e non è programmato. Sarebbe più semplice suonare con Stephen, ma non è quello che sento.
Hai un basso preferito che di solito usi?
Uso un 59 Fender Precision ripubblicato. Non puoi fare cose sbagliate con i Fender. Hanno avuto il doppio dei soldi. Non sono così bravo da avere un fornitore o più di una manopola! Sono presi tutti dal negozio. Gli ho detto, datemi almeno la manopola volume/tono.
Nessuna modifica personalizzata?
No, sono un minimalista! Avevo solo 4 corde fino all’ultimo album, ma ora ho un paio di 5 corde. Stephen rifiuta di fare qualsiasi cosa tranne il lavoro con la 7 corde, sapete, abbiamo combattuto davvero per questo. Come in varie canzoni lui ci suona una 7 corde, io suono il basso a 4 corde. È come… fanculo, capito? Ma c’erano alcuni pezzi dove dovevo alzarmi. Con il mio stile di suonare ci ho messo un po’ a capire cosa fare con un 5 corde. Le parti che ho scritto non erano lo stesso tipo di parti… erano furtive, si muovevano attorno al ritmo. Io ho il mio personale strano senso di ritmo, che non coincide con il senso normale!
Mai suonato un 6 corde?
Oh, cazzo no. Riesco a malapena a tenerne a bada 4! Ho da combattere con questa quinta corda. Mi piace andare verso l’altra direzione, e arrivarci. Merda! Guarda Max Cavalera (Chitarrista dei Soulfly), ha solo 4 corde sulla sua chitarra. Come lui, io posso suonare questi bellissimi ritmi con quattro, perchè dovrei averne bisogno di altre 2?
Qualcosa al riguardo degli amplificatori?
Uso un Ampeg SVT-2 e 8×10 Ampeg. In realtà non ti serve altro tranne Fender e Ampeg, è un’ottima accoppiata. Uso un rackmount per le distorsioni, e per mettere un po’ di modreazone con gli altri toni. Ma cerco di tenere tutto molto minimalista.
Preferisci un suono nitido o un po’ di overdrive?
Mi piace un tocco di overdrive per chiarezza, altrimenti sono solo le linee distorte. Sai, non sono il tipo di bassista che si invischia in una grande tortura e usa tonnellate di toni. Io sono come… vedi, il basso è uno strumento ritmico, suoni con la batteria. Preferisco essere impegnato nel cercare di scrivere raffinate linee e avere un gande show dal vivo e divertirmi essendo un ingranaggio essenziale.
Chi sono i tuoi eroi bassisti?
Le persone che mi hanno inflenzato sono i musicisti che si sono spinti al limite del metal con il basso, Steve Harris, Geezer e Cliff Burton dei Metallica. Cliff era un incredibile fenomenale musicista e cadeva con le chitarre nei momenti appropriati se sentiva che era meglio per la tonalità della canzone. Ma non gli importava di allontanarsi troppo dalle chitarre per scrivere qualcosa al di fuori. Come l’inizio di “For Whom The Bell Tolls” era raffinato. Steve Harris era simile, quasi guidava la band con il suo suono.
Qual è stata la musica che ti ha influenzato?
Bhe, ero nella scena trash-metal a Sacramento, ma poi ho virato sul punk. Mi piace suonare punk. Operation Ivy era una buona band della baia, Christ on Parade, MDC, tutte queste band, andavo a vederle negli anni ’80. Era formidabile, formidabile la suonata del basso. La prima volta che ho ascoltato i Bad Brains, ero come, Gesù! Questa band ha mixato con buon gusto tutti gli stili di musica.
Hai mai suonato slap?
Non sono mai stato abbastanza bravo per farlo. Penso di averci giocherellato un po’ e ho pensato, oh ce l’ho fatta, ma in realtà non era in sintonia per la nostra band. Ho molto filo da torcere con Stephen, lui mi dice: “Perchè solamente non suoni assieme ai miei riff di chitarra?” e io dico qualcosa tipo: “Perchè non ti levi dai coglioni?” Haha. Mi ricordo nella nostra canzone “Change (In The House Of Flies)”, lui e Terry avevano detto: “Oh, no, non suonerai questa stupida dub-reggae linea di basso, lo farai veramente?” E io ho detto qualcosa come: “Si, è esattamente quello che sto per suonare!” E poi è diventata una grande canzone per noi, e mi sono detto: “Ok, ora lasciatemi scrivere nella cazzo di maniera che voglio io”.
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